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| Mourinho: «Con l'Italia non c'è mai stato amore» Il tecnico dell'Inter: «Io in bilico? In molti vorrebbero il mio posto, ma mi piace lavorare qui e sto bene così. In pratica sono l'unico allenatore straniero in serie A, perché Leonardo è più italiano che brasiliano»
LISBONA, 26 dicembre - Mourinho parla in un'intervista al giornale portoghese 'Publico'. Al centro dell'attenzione i suoi rapporti non proprio idilliaci con la stampa italiana. «Sono nato per il calcio e morirò per il calcio - dice l'allenatore dell'Inter - due anni al Porto mi hanno abituato male. Il mio obiettivo è sempre la difesa degli interessi del mio club. È un difetto o una virtù? Chiedetelo a quelli che hanno lavorato con me in passato». Mourinho risponde con ironia a chi lega la sua permanenza sulla panchina dell'Inter nella prossima stagione alla vittoria in Champions League. «Il mio posto è sempre in pericolo, perché alleno sempre club che vorrebbero allenare in molti. Anche perché ho sempre lavorato per il futuro dei club che ho allenato, e li ho sempre lasciati in ottime condizioni. Ma se il mio posto è in pericolo dopo aver vinto il campionato ancora una volta, dopo essere primo in classifica e aver raggiunto la qualificazione agli ottavi di Champions, immagino come sarà difficile per chi non raggiunge tutti questi obiettivi».
LE ESPULSIONI - La stampa italiana, gli fanno notare in Portogallo, ha evidenziato che Mourinho è l'unico allenatore ad essere stato espulso per quattro volte: «Io guardo oltre e vedo alcuni comportamenti che non sono nemmeno paragonabili ai miei. In pratica sono l'unico allenatore straniero in Italia, perché Leonardo è più italiano che brasiliano, visto che lavora nel calcio italiano da molti anni ed è inserito bene. La vita è difficile, sissignore...». Insomma si sente perseguitato? «Non sono amareggiato e non mi sento turbato e nemmeno vedo nemici ovunque, però quello che dico è vero. Ascoltate le osservazioni formulate dopo le partite dell'Inter».
ITALIA, AMORE FINITO? - Qualcuno ha anche scritto che l'amore con l'Italia è finito: «Primo - risponde Mourinho - vi dico che il mio amore per il mestiere di allenatore non finirà mai. Secondo come si può dire amore finito con l'Italia se non c'è mai stato amore. Infine, dico che mi piace lavorare all'Inter e sto bene così». Non ci pensa per ora ad andar via. «Io e l'Inter abbiamo un contratto fino al 2012 perché vogliamo lavorare insieme. C'è una clausola con la cifra che l'Inter dovrebbe versarmi se decidesse di mandarmi via e una con quello che dovrei versare io sall'Inter se decidessi di andarmene, tutto molto trasparente».
SCAMBIO IBRA-ETO'O - La perdita di Ibrahimovic: «Nessun allenatore è contento di perdere Ibrahimovic, però Eto'o è un gran giocatore, in più c'è Milito. La verità è che siamo primi in classifica e proseguiamo in Champions». Come sarà affrontare il suo Chelsea? «Tornerò allo Stamford Bridge prima della sfida di Champions per vedere una partita e soprattutto perché non voglio tornare per la prima volta in quell'occasione. Proverò a rimanere freddo ma non sarà facile. È stata una storia troppo bella quella, non posso dimenticare che vado a giocare con i miei amici».
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