IL MOVIMENTO ULTRAS

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*rebelgirl*
view post Posted on 20/9/2008, 15:28




IN QUESTO TOPIC E' PUBBLICATA LA STORIA DEL MOVIMENTO ULTRAS SENZA MIE OPINIONI PERSONALI...IL TESTO è PRESO DALLA RETE.OGNI SUGGERIMENTO O CORREZIONE è ACCETTATO CON PIACERE.

La storia del movimento Ultras

La storia del movimento Ultras ha inizio tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 quando gruppi di giovani fra i 15 e i 20 anni si staccano nettamente dal modello del classico spettatore calcistico e si spostano nei settori popolari dello stadio, dove le società stimolano l'afflusso giovanile tramite campagne di abbonamenti a prezzo ridotto. Si caratterizzano subito come un fenomeno originale nel calcio, si identificano dietro uno o più striscioni con la scritta e il simbolo del gruppo e anche nel modo di vestire hanno un look paramilitare ripreso dalle organizzazione di gruppi estremisti, come: eskimo, anfibi, tute mimetiche a cui si aggiunge la sciarpa della propria squadra. Gli Ultrà si distinguono soprattutto dal modo innovativo di sostenere la squadra, ma in modo generale di come assistere alla partita. Iniziano a vedersi i primi tamburi, ripresi dai brasiliani; le prime sciarpate, riprese dagli inglesi e poi i primi cori offensivi per i giocatori avversari. Il gruppo ultras più antico è la Fossa dei Leoni del Milan, fondato nel 1968, nel '69 nascono gli Ultras Tito Cucchiaroni della Sampdoria (primi ad usare la denominazione ULTRAS) e subito dopo i Boys dell' Inter. Con gli anni Settanta si assiste a un processo di aggregazione degli innumerevoli microgruppi giovanili che popolano ormai le curve delle squadre maggiori: nascono le Brigate Gialloblu del Verona e, dal nome della piazza in cui si radunano, il Viola Club Vieusseux della Fiorentina (1971); gli Ultras Napoli (1972); le Brigate Rossonere del Milan, la Fossa dei Grifoni del Genoa e gli Ultrà Granata del Torino (1973); i Forever Ultrà del Bologna (1974); i Fighters della Juventus (1975); le Brigate Neroazzurre dell'Atalanta (1976); gli Eagles' Supporters della Lazio e il Commando Ultrà Curva Sud della Roma (1977). Alla base di alcuni gruppi vi è la provenienza dei quartieri delle città o da gruppi che si ritrovano nei bar o nelle sale-giochi. Parecchi giovani, infine, risultano già aggregati in gruppi e movimenti politici. I primi simboli maggiormente usati dai gruppi ultras sono i teschi, i leoni, le pantere e simboli di armi. I simboli politici, nei primi anni del movimento Ultras fanno poche comparse. Le attività dei gruppi vengono finanziate da collette o da autotassassioni e ogni membro del gruppo ha i propri compiti: chi va ad ad acquistare le stoffe, chi le pelli per i tamburi e chi si organizza per la trasferta. Con l'avvento degli ultrà, anche le intemperanze del pubblico cambiano completamente aspetto. Pur resistendo nei primi anni del decennio, a partire all'incirca dal 1974 comportamenti quali l'invasione di campo (o la caccia all'arbitro) tendono a diminuire, mentre si moltiplicano gli scontri fra i giovani delle fazioni opposte. E' il caso dei match Torino-Sampdoria e Roma-Lazio del marzo '74: inizialmente gli spettatori iniziano a lanciare ogni sorta d'oggetto in campo, quindi scoppiano violente risse tra gruppi contrapposti di tifosi, che obbligano la polizia a intervenire con un fitto lancio di lacrimogeni sugli spalti. Gli incidenti si spostano quindi fuori dallo stadio, acquisendo le sembianze di una vera e propria guerriglia urbana: autobus distrutti, macchine ribaltate, ecc. Molti di questi disordini affondano le loro radici nelle rivalità tradizionali, altri dipendono dalle colorazioni politiche delle tifoserie. I giovani assistono alla partita in piedi e gli anziani sono costretti ad abituarsi al cambiamento che sta avvenendo. I primi episodi di reale gravità non tardano purtroppo a manifestarsi (un accoltellamento a
Lazio-Napoli, la scena si ripete nel 1975 durante Milan-Juventus. Nel 1977, durante Atalanta-Torino, gli ultrà si scontrano a colpi di spranghe di ferro, e per Inter-Milan si assiste a uno scontro al coltello tra Boys interisti e Brigate Rossonere. (BASTA LAME - BASTA INFAMI!). Nel 1979 nel derby romano un tifoso laziale, Vincenzo Paparelli, perde la vita, viene raggiunto da un razzo lanciato dalla curva sud romana. La tragedia dell'Olimpico, aggravata dal clima di violenza che si manifesta contemporaneamente in molti altri stadi, scuote l'opinione pubblica. Per la prima volta anche in Italia il fenomeno della violenza calcistica diviene al centro dell'attenzione della stampa e delle istituzioni. Vengono prese drastiche misure repressive: per alcuni mesi viene proibito l'ingresso allo stadio di aste di bandiera, tamburi e persino striscioni dai nomi bellicosi. Il tifo ultrà arriva anche nelle categorie minori, ed entro la fine del decennio non c'è squadra, dalla serie A alla C/2, che non venga seguita da più o meno numerose frange giovanili organizzate. Questo moltiplicarsi dei gruppi porta, quasi necessariamente, alla nascita di una complessa rete di amicizie e di rivalità. Il 1982 passa alla storia per il trionfo italiano ai campionati mondiali di calcio disputati in Spagna. La finale si gioca contro la Germania Ovest, a Madrid, davanti a oltre 100 mila spettatori, in larghissima maggioranza italiani. Numerosi sono gli striscioni dei gruppi ultrà, ma questo rimane l'unico vero momento aggregativo a livello nazionale, un caso pressoché unico in Europa se si considera quanto caratterizza le scene britanniche, tedesche e olandesi. Le ragioni di questa divisione insanabile tra gli ultrà italiani, che non riesce a ricomporsi nel tifo per la nazionale, sono probabilmente da ricercarsi nelle rivalità campanilistiche radicate fra alcune nostre città. Andare in trasferta diventa un modo per selezionare il gruppo e vedere veramente quanto una persona tenga ai propri compagni. L'importante è presentarsi in tutti gli stadi, anche in quelli più "caldi", presentarsi senza striscione significa aver perso, e rubare un vessillo rappresenta la vittoria suprema. Vengono fatti i primi "treni Speciali" per favorire gli Ultras che vanno in trasferta (ora aboliti). Si diffonde l'uso delle armi da taglio, soprattutto a Milano e a Roma, mentre gli ultrà atalantini diventano famosi per essere sì molto turbolenti, ma pronti a usare solo pugni e calci. Nel febbraio '84, la partita di Coppa Italia fra Triestina e Udinese si conclude con gravi scontri; un giovane triestino, Stefano Furlan, viene ripetutamente colpito al capo dalle manganellate degli agenti, entrando in coma e morendo il giorno successivo. Otto mesi più tardi, al termine di Milan-Cremonese, viene accoltellato a morte Marco Fonghessi. L'assassino, Giovanni Centrone, è poco più che maggiorenne. Il collegamento tra Ulras e politica sembra affievolirzi, a dimostrarlo sono gemellaggi fra tifoserie orientate in senso opposto come Verona-Fiorentina o Udinese-Bologna. Cambiano anche i simboli, ad esempio la foglia di marijuana o il bambulé compaiono su decine e decine di striscioni; a Cosenza nascono i Nuclei Sconvolti. A metà degli anni Ottanta il movimento ultrà italiano può dirsi dunque sulla cresta dell'onda. Per sfottere, sbeffeggiare e innervosire, perfino umiliare il nemico, si inventano slogan, striscioni ironici e invettivi, cori offensivi. Un bello striscione ironico compare in Como-Fiorentina: "Voi comaschi noi con le femmine". Negli anni Novanta il mondo ultrà è travolto da profondi cambiamenti e da una crisi di identità. Molti dei valori fondanti che stavano alla base dell'essere ultras negli anni passati sono sentiti in maniera diversa, più debole, dalle nuove generazioni, questo è dovuto perché l'essere ultras diventa un fenomeno di "moda", di "massa". I capi-ultrà, diventano dei personaggi famosi, gli ultrà sono nel mirino, nel bene e nel male. La seconda metà degli anni '90 è segnata fatalmente dall'uccisione del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo nel gennaio del 1995 da un tifoso milanista. Questo episodio mette a repentaglio il movimento Ultras, iniziano i primi raduni. Dal raduno ultrà di Genova, in occasione del quale i campionati di calcio si fermano, scaturisce un comunicato scarno e crudo, ispirato dagli ultrà bergamaschi e dalla loro mentalità ruvida e conservatrice, dal titolo "basta lame, basta infami". Una regola che avrebbe dovuto cambiare le "modalità" dello scontro tra i gruppi, ma che negli anni successivi saranno raramente osservate dalla nuova generazione più sbandata e decline verso le gerarchie. Un nuovo spaccato, più indecifrabile. La continuazione dei raduni ha tuttavia segnato una presa di coscienza del pericolo di una concreta estinzione, o quantomeno di un ridimensionamento, dipeso dall'inasprirsi della violenza negli stadi, dalla conflittualità con le forze dell'ordine, da innovazioni epocali come quella della pay-tv e da una serie di disposizioni restrittive (su tutte il provvedimento di interdizione dagli stadi, la diffida o il divieto di vendere biglietti ai botteghini per i tifosi in trasferta). Alcuni gruppi si sciolgono come le Brigate GialloBlu del Verona la Fossa dei Leoni del Milan La Fossa dei Grifoni del Genoa ("non ci rispecchiano più nelle nuove leve di ultrà" affermano quest'ultimi nel comunicato, una vera e propria rottura generazionale") più avanti anche il CUCS Roma. Le nuove generazioni del calcio sono teledipendenti e parecchie curve si sono date una struttura manageriale per stare al passo con i tempi; contravvenendo a molti di quei principi che sono stati per due decenni alla base della tanto sbandierata "mentalità ultras".
Le coreografie sono sempre più costose e sbalorditive, diventando l'attrattiva di ogni evento. Gli Ultras non possono deludere le aspettative che ruotano attorno ad un derby dove lo spettacolo della curva non può e non deve mancare mai. Ma negli anni '90 troviamo un alto cambiamento, quello esteriore delle curve, si viene a contatto con lo stile di stampo britannico, molte curve ripongono lo striscione sostituendolo con molti stendardi a due aste. Sul piano delle relazioni tra gruppi ultras si registra una crisi dei gemellaggi. Molti rapporti di amicizia consolidati da tempo si incrinano fino ad arrivare a delle vere e proprie rotture. Contro la Repressione e le diffide gli ultras si fanno sentire con striscioni e attraverso le proprie fanzine (giornalini auto-prodotti) Non c'è ancora un "fronte comune" contro le problematiche, ma iniziano ad esserci segnali che qualcosa si sta muovendo. Un movimento che vanta centinaia di seguaci, alla ricerca di una "via alternativa" per sopravvivere ai cambiamenti del nuovo millennio.

Edited by *rebelgirl* - 30/9/2008, 14:57
 
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