GABRIELE SANDRI

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*rebelgirl*
view post Posted on 20/9/2008, 15:34




E' PASSATO QUASI 1 ANNO DALLA TUA MORTE E ANCORA ASPETTIAMO GIUSTIZIA...


11.11.2007 CHI DIMENTICA E' COMPLICE...GIUSTIZIA PER GABRIELE
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Per non dimenticare

Gabriele Sandri, la mattina dell’11 Novembre 2007, dopo aver suonato al Piper Club di Roma, si metteva in viaggio per seguire la “sua” Lazio a Milano, a bordo di una autovettura guidata da un amico.
Questo viaggio però veniva interrotto in un autogrill nei pressi di Arezzo dal gesto folle di un agente della Polstrada, che esplodeva un colpo di pistola dalla parte opposta della carreggiata, colpendo la macchina dove era a bordo Gabriele.

Il proiettile, purtroppo raggiungeva Gabriele al collo togliendogli la vita alle ore 9.18 !

Nell’immediatezza dell’evento gli organi istituzionali non hanno voluto assumersi le proprie responsabilità, comportamento culminato nella conferenza stampa del Questore di Arezzo che ha vietato ai giornalisti presenti di fare domande sull’accaduto.

Intanto, la notizia della morte di Gabriele si diffondeva rapidamente in tutta Italia suscitando le reazioni dei tifosi di calcio, i quali auspicavano che il Campionato Nazionale venisse interrotto per rispetto del giovane ragazzo ucciso.

Gli organi d’informazione, da parte loro, rivolgevano prevalentemente la propria attenzione sugli episodi di violenza scaturiti a Roma e Bergamo dopo l’omicidio,facendo passare in secondo piano l’uccisione assurda e gravissima di Gabriele.

Attualmente "tutti" si trovano al proprio posto: il Questore di Arezzo, che ha sostenuto la tesi dei colpi sparati in aria, l’assassino di Gabriele per il quale non sono state ravvisate esigenze cautelari.
Solo un angelo ci ha lasciato per volare in paradiso!

fonte: www.gabrielesandri.it

Edited by *rebelgirl* - 5/2/2009, 22:28
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 28/9/2008, 11:16




ricevo e pubblico:

Cara/o amica/o di Gabriele,

ti scriviamo queste poche righe per informarti della prossima iniziativa indetta in nome del nostro amato Gabbo.


Trascorsi 10 mesi dall’assassinio di Gabriele Sandri, trovandoci a ridosso della ripresa del processo di Arezzo che vede imputato l’agente scelto della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella (accusato di omicidio volontario), per rompere il muro di silenzio che inspiegabilmente è stato calato sul delitto dell’A1, ti informiamo che il 22 SETTEMBRE 2008 uscirà nelle migliori librerie d’Italia un LIBRO VERITA’ con l’obiettivo di ricostruire i tragici accadimenti dell’11 Novembre 2007, facendo finalmente chiarezza sui troppi equivoci legati al caso, contribuendo così anche alle attività della Fondazione Gabriele Sandri.


E’ importante sottolineare che il libro è stato autorizzato dalla famiglia Sandri.


Certi che tu possa accogliere favorevolmente la comunicazione, ti invitiamo a diffondere il più possibile questa notizia, potendo ospitare sul sito internet che amministri un banner che è stato ideato appositamente per contribuire a diffondere l’informazione sul web, attraverso i siti amici di Gabriele. Il banner che ti alleghiamo può essere utilizzato sin d’ora ed inserito sull’home page del vostro sito.


Grazie del preziosissimo contributo!


GIUSTIZIA PER GABRIELE

www.gabrielesandri.it

fonte: www.gabrielesandri.it


Edited by *rebelgirl* - 30/1/2009, 11:36
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 30/1/2009, 11:45




INTERVISTA ALL’AVVOCATO CRISTIANO SANDRI

È trascorso oltre un anno da quel giorno, l’11 Novembre, in cui perse la vita Gabriele Sandri. Una data che il destino ha voluto scolpire per sempre nella memoria di quanti a Gabriele volevano bene. Ucciso da uno scellerato colpo di pistola esploso da un agente della Polizia stradale, che si chiama Luigi Spaccarotella. Ha trentadue anni ed è padre di famiglia. Dell’assassino si conosce soltanto questo. Né chi sia realmente, né quale volto abbia. Perché per oltre un anno Luigi Spaccarotella ha vissuto all’ombra delle istituzioni. Le stesse di cui fa parte, perché membro della Polizia di Stato. E le stesse, la magistratura, dalle quali è accusato e dovrà essere giudicato. In fondo anche questo è un paradosso. Lo Stato che processa un suo uomo, che ha sbagliato, ma che resta sempre un suo uomo. Forse per questo Luigi Spaccarotella è ancora a piede libero. Per questa strana forma di “patriottismo”, in nome della quale la ragion di Stato deve sempre essere tutelata. Godendo di privilegi assoluti, che ai “comuni mortali” non sarebbero mai concessi. Tra questi la facoltà di non comparire in aula di tribunale, dove è peraltro l’imputato è chiamato a rispondere di un reato tra i più gravi, riconosciuti dal codice penale. Ma questo potrebbe anche essere un dettaglio, considerando che le norme in questione prevedono anche il diritto ad essere processato in contumacia, ossia quindi, senza l’obbligo di presentarsi in aula. Verrebbe se mai da chiedersi perché questa persona di anni trentadue non abbia mai voluto presentarsi fisicamente davanti agli occhi di mamma Daniela o papà Giorgio, i genitori di Gabriele, che per giorni hanno aspettato una visita che non è mai arrivata. O perché abbia soltanto inviato per interposta persona, un messaggio tardivo di scuse soltanto pochi giorni dopo la prima data del processo, il 25 settembre. Qualcosa che a molti è sembrato come un gesto assolutamente funzionale alla sua posizione processuale. Certamente poco rispettoso del dolore di un’intera famiglia, che per colpa di una follia arbitraria ha perso anzitempo una persona cara. Tra questi il fratello di Gabriele, Cristiano, che è soltanto un anno più grande di Luigi Spaccarotella. Nella vita è un avvocato del Foro di Roma, ed oggi, come altre volte nella sua vita, è in prima linea, per adempiere al dovere, che madre natura gli ha prima di tutto assegnato. Quello di difendere il fratello più piccolo. Una difesa strana questa. Perché l’imputato non è Gabriele. E perché lui della sua difesa purtroppo non potrà più beneficiare. Almeno non direttamente. A beneficiarne, se questo può essere un termine corretto, saranno invece coloro che oggi piangono nella memoria di Gabriele. I genitori, i parenti, gli amici cari. E perché no, anche tutti coloro che sebbene non conoscessero direttamente “ Gabbo” hanno voluto almeno una volta, portare i loro omaggi, la loro solidarietà, il loro affetto. Tutti nessuno escluso. Ma soprattutto ad uscire vincitrice da questa storia assurda e tragica, dovrà essere il ricordo di un ragazzo di ventisei anni, che mai dovrà essere sporcato. Quello di un giovane sorridente, che amava vivere in sintonia con le sue passioni. Senza eccessi, come invece qualche idiota ha provato in passato ad insinuare, forse con l’intento di attenuare le responsabilità di chi lo ha ucciso. Cristiano Sandri è nel suo ufficio, alle prese, come tutti i giorni, con la sua vita di avvocato, malgrado tutto. Aspetta la chiamata del Comune di Roma, insieme al quale a giorni verrà inaugurato il Comitato “Gabriele Sandri”. Una struttura di sostegno alla precedente Fondazione, già creata dall’amministrazione precedente. Un altro attestato di solidarietà istituzionale, che conferma quanto di buono è stato detto e scritto su Gabriele. Nel suo nome contro ogni violenza. Lo sguardo di Cristiano è quello di sempre. Pulito ed emozionato allo stesso tempo, con quella tonalità di voce flebile che lo ha sempre contraddistinto. Dietro la quale si cela l’immagine forte dell’avvocato penalista, con quella dignitosa del fratello sofferente.

Avvocato Sandri, da quel “maledetto” 11 Novembre cosa è successo?

In che senso.

Mi spiego. Quale è ad oggi la posizione dell’imputato, l’agente Luigi Spaccarotella?

“La posizione dell’imputato è quella di rispondere di omicidio volontario. Il Pubblico Ministero non ha reso opportuno chiedere le misure cautelari. L’agente che ha ucciso Gabriele è tutt’ora in libertà. È stato usato un metro garantista, mai utilizzato in altre occasioni. Noi, in attesa di conoscere la strategia difensiva, ci costituiremo parte civile. Per rispondere alla domanda iniziale, quella inerente a cosa sia successo all’imputato, la risposta più corretta è assolutamente niente.”

Avvocato, perché, secondo il codice e la procedura penale, ci sarebbero i presupposti per invocare la custodia cautelare?

“Perché la gravità del fatto è tale da essere indicatrice di misura cautelare.”

Per spiegare anche a chi legge, avvocato, vogliamo indicare i requisiti e cosa sia in sintesi la custodia cautelare?

“La custodia cautelare è una misura restrittiva che viene impiegata ai danni dell’imputato. Ai fini delle indagini, la persona, viene sottoposta ad una restrizione della libertà, che può esplicarsi in diverse forme. Il carcere, che in questo caso sarebbe legittimo, la detenzione domiciliare, l’obbligo di firma.”

Quali sarebbero invece i requisiti che ne richiamano la richiesta?

“Sono tre. Il rischio di reiterazione del reato, l’inquinamento di prove e il pericolo di fuga.”

Cosa è successo in questo caso?

“In questo caso l’imputato ha beneficiato di un’esclusione dei suddetti, in maniera anche piuttosto sorprendente.”

Perché questa esclusione?

“ C’è stato un discrimine a favore di colui che si è macchiato del fatto.”

In Grecia, avvocato, abbiamo assistito ad un evento similare. Dico similare, perché la morte dello studente di 15 anni ucciso da agente, è avvenuta in un contesto assolutamente diverso. Durante una manifestazione, mentre Gabriele è morto in macchina, all’interno di una piazzola. Resta comunque la gravità di un gesto che ha portato la morte di un ragazzo giovanissimo. L’atteggiamento istituzionale è stato totalmente diverso. Dimissioni del Ministro dell’Interno, arresto per l’agente che ha commesso il fatto. Verrebbe da dire una lezione di democrazia. È d’accordo?

“In Grecia, non solo è stato arrestato l’agente ma anche chi era con lui. In Italia, se pensiamo a cosa hanno dichiarato i colleghi dell’agente che ha ucciso. Che hanno visto sparare in aria. Poi ad ognuno lascio il suo giudizio.”

Avvocato, oltre la contumacia nel processo, ( diritto previsto che permette all’imputato di essere giudicato senza essere presente in aula), anche quella nei vostri confronti. Questa persona, voi, la famiglia, non l’avete mai vista?

“Questa persona non solo non si è mai fatta vedere. Ha avuto il coraggio, non direttamente, di far pervenire delle scuse, guarda caso pochi giorni dopo la prima tappa processuale del 25 settembre.”

Come è stato giudicato il gesto?

“Come assolutamente funzionale alla sua posizione processuale. Peraltro fanno intendere la personalità dell’imputato che non ha mai provato ad avvicinarsi.”

Le istituzioni invece come hanno reagito? Quale è stato il loro comportamento nei confronti della famiglia Sandri?

“Di concreto non abbiamo avuto nulla. Tranne l’assunzione di responsabilità di Manganelli, il capo della Polizia, e le parole di conforto del Presidente della Repubblica, Napolitano.”

È nata però la Fondazione Gabriele Sandri, e a giorni nascerà il Comitato. Qual è la finalità di queste strutture?

“La Fondazione è nata nell’immediatezza del fatto, con il sindaco Veltroni. Con Alemanno sta nascendo invece il Comitato. Venerdì ( l’intervista è stata effettuata a due giorni dalla nascita del Comitato “Gabriele Sandri”), sarà formalmente costituito davanti ad un notaio presso il Campidoglio. Sarà un organo chiamato a raccogliere i fondi necessari per le attività della Fondazione.”

Quali saranno i settori ai quali si rivolgeranno le iniziative di queste due strutture?

“ Un settore privilegiato saranno certamente i giovani. In particolar modo quei ragazzi che hanno la propensione purtroppo ad una vita non sempre equilibrata. Gabriele era un ragazzo sano, per questo le iniziative saranno portate avanti in questa direzione. Verranno comunque studiate operazioni utili alla società, nel suo insieme.”

Avvocato Sandri, sappiamo che Gabriele era oltre che un dj ed un appassionato di calcio, anche uno sportivo. Con un passato da calciatore dilettante. Ci può ricordare qualcosa del suo modo di stare in campo?

“Gabriele è vero era anche uno sportivo. Questo mi dispiace dirlo, ma è stato un aspetto che dalla stampa è stato poco considerato. È stato un giocatore di calcio di buon livello. Arrivando fino all’Eccellenza, dopo aver vestito anche le maglie delle Rappresentative giovanili.”

Qual’era a questo punto il suo ruolo in campo? E che tipo di giocatore era?

“Il suo ruolo era quello di attaccante. Giocava come seconda punta. Era un giocatore generoso, correva molto, in campo era soprattutto molto altruista. A questo proposito mi preme ricordare che qualche giorno fa, è stato organizzata un ‘iniziativa bellissima in suo nome. Un torneo organizzato dal Presidente della sua ex squadra la Vis Aurelia, Fiorentini, che ha visto partecipare tra le altre Vis Aurelia e Tor de’ Cenci.”

Quale messaggio, nel ricordo di “Gabbo”, sentirebbe di rivolgere ai tanti giovani che oggi praticano il calcio, o lo sport in generale.?

“Mi dispiace ma non mi sento affatto un predicatore. Posso dire soltanto ai ragazzi, a quelli che sono stati solidali ma anche a tutti gli altri, quanto sia importante il valore della vita. Viverlo nella maniera più giusta sarebbe il modo migliore per ricordare Gabriele.”

fonte: www.gabrielesandri.it
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 30/1/2009, 12:05




Campidoglio, Unanimità sulla intitolazione di una strada a «Gabbo»


Anche il sindaco Gianni Alemanno ha partecipato alla votazione della mozione per intitolare una strada a Gabriele Sandri. La mozione, approvata all’umanità dal Consiglio comunale, impegna il sindaco e la giunta a intitolare una strada a Gabriele (Gabbo) Sandri, il tifoso rimasto ucciso un anno fa nell’area di servizio di «Badia al pino» nei pressi di Arezzo, da un proiettile esploso dalla pistola d’ordinanza di un agente della Polizia stradale dall’altro lato dell’autostrada.
L’iter per l’intitolazione della strada a Sandri è stato avviato nei giorni scorsi. L’intenzione, anche secondo il desiderio dei familiari, è quella di intitolare al ragazzo ucciso una via alla Balduina, il quartiere dove Gabriele è cresciuto. «Potrebbe trattarsi - ha detto il consigliere comunale Federico Guidi (Pdl) - dell’attuale via Parco della Vittoria, che conduce alla scuola elementare Giacomo Leopardi, che Gabriele frequentava, o di una strada all’interno del parco adiacente».

Il consiglio comunale, con la mozione approvata ieri, vuole anche esprimere solidarietà e «vicinanza alla famiglia di Gabriele Sandri - ha detto il consigliere comunale Luca Gramazio (Pdl) - e chiede di fare luce sull’omicidio di Gabriele per rendere onore alla memoria di un ragazzo assassinato».
Consenso bipartisan alla mozione firmata dai presidenti del circolo Lazio in Campidoglio, Giulio Pelonzi e del Roma club Campidoglio, Federico Rocca (Pdl). «Questa mozione - hanno detto i due - è importante per la città e per il suo rapporto con le tifoserie. La strada intitolata a Sandri sarà un monito per la città affinché non si ripetano simili atti di violenza». Tra i firmatari della mozione, i consiglieri comunali Marco Visconti (Pdl), Alessandro Cochi (Pdl), Dario Rossin (Pdl), Ugo Cassone (Pdl), Luca Gramazio (Pdl), Federico Guidi (Pdl), Francesco Storace (Pdl), Andrea Alzetta (Sa).

«Il voto unanime espresso dall’Aula Giulio Cesare che ha voluto dedicare una via a Gabriele Sandri dimostra quanto quella tragedia abbia toccato la nostra città», afferma in una nota il delegato alla Sicurezza Samuele Piccolo. «Un voto bipartisan che nasce dalla volontà di fare piena luce sul dramma che ha colpito un anno fa la famiglia Sandri - aggiunge - Mi auguro ora che la magistratura italiana prenda esempio dal Campidoglio che in soli due giorni ha prima proposto e poi votato l’iniziativa e anch’essa, in tempi brevi, faccia definitivamente luce su una vicenda che ha sconvolto la vita di un’onesta famiglia».

fonte:www.gabrielesandri.it

Edited by *rebelgirl* - 7/2/2009, 18:14
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 2/2/2009, 00:48




Gabriele Sandri, un anno dopo. Cosa è cambiato?

La famiglia chiede ancora giustizia, ma l'udienza preliminare per l'agente che sparò è stata spostata al prossimo anno. Intanto le curve d'Europa si uniscono in un coro unico.
E' passato più di un anno dal quell'undici novembre 2007 in cui venne ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri nell'area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Precisamente è passato un anno e due giorni. Ma cosa è cambiato in questo frangente di tempo? Poco o nulla. La famiglia e gli amici del giovane supporter biancoceleste ucciso, invocano ancora giustizia per una morte triste, troppo triste. Quel giorno Gabriele fu fulminato sul sedile posteriore di una Renault Megane, probabilmente mentre dormiva, lasciando un magone enorme tra coloro che lo amavano ma anche in tutte le curve italiane e d'Europa, che in tutti questi mesi hanno manifestato il loro punto di vista con striscioni e appelli ripetuti.
Ma purtroppo è troppo, troppo poco per cambiare le cose. Di frequente i provvedimenti presi continuano ad essere a discapito delle tifoserie, condannate a pagare anche se a morire è un ragazzo che definiscono "uno di loro". In realtà, servirebbe il confronto e non repressione a 360 gradi. Servirebbe magari anche che la politica cominciasse a capire che quello degli ultras è un fenomeno sociale, pur se a volte si manifesta in forme violente, sicuramente da stigmatizzare. Un modo di manifestare il proprio disagio da parte di certe fasce di ragazzi, a volte solo una fede viscerale o il rintracciamento di certi valori assenti in una società dominata dal materialismo. Ovviamente tiriamo fuori da questo discorso delinquenti puri e strumentalizzatori politici. Parliamo di ultras, vera mentalità ultras.
Ma tornando all'anniversario della morte di "Gabbo", proprio alcuni esponenti politici hanno assunto posizioni forti rispetto all'elemento più importante della vicenda: la condanna o meno per il poliziotto che sparò uccidendolo, Luigi Spaccarotella. I due deputati del Pdl, Claudio Barbaro e Paola Frassinetti ad esempio, hanno chiesto espressamente al ministro dell’Interno perchè contro Spaccarotella non sia stato preso alcun provvedimento disciplinare di sospensione, nonostante quanto avvenuto. Dopo l'episodio infatti, l'agente non è più tornato alla Polstrada di Battifolle presso cui era in servizio quel maledetto giorno, ma è stato trasferito prima negli uffici della Polfer di Firenze e da pochi giorni nel reparto logistico di Firenze. Parole secche e critiche sono arrivate anche dal capo della polizia Antonio Manganelli, che parlando al centro tecnico di Coverciano della Federcalcio ha definito 'avventato' il gesto del poliziotto commentando: "Non si usa la pistola per sedare una rissa". Perfino il sindaco di Roma Gianni Alemanno si è sbilanciato: "Il tifo non può trasformarsi in qualcosa di tragico - ha rivelato - bisogna mantenere un impegno per questo ragazzo. Anche davanti a una divisa e a un poliziotto". Mentre i consiglieri del Pdl del Comune di Roma, Federico Guidi e Luca Gramazio, hanno avviato l'iter amministrativo per intitolare una via della Capitale a "Gabbo".
Ma dalle parole bisogna passare ai fatti. I tempi della giustizia come sempre si allungano. L’udienza preliminare del processo a Luigi Spaccarotella si terrà infatti a metà gennaio, il 16 precisamente. Saltata il 25 settembre per una mancata notifica ad uno dei difensori, l’avvocato Renzo, peraltro revocato dal poliziotto imputato, che ha deciso di affidarsi all’avvocato fiorentino Federico Bagattini, che affiancherà il confermato Francesco Molino. I difensori con tutta probabilità ribadiranno la richiesta di rito abbreviato condizionato all’audizione incrociata dei periti balistici e a un sopralluogo nell’area di servizio che non aveva potuto essere discussa il 25 settembre, quando proprio l'ormai vecchio legale Renzo, fece saltare tutto eccependo la nullità per un difetto di notifica. Sul processo rimane intanto pure l’incognita del Gup che terrà l’udienza, visto che è probabile il ritorno dell’attuale giudice Simone Salcerini alla sezione civile del Tribunale di Arezzo. Quello che è certo invece, è che serve celerità, efficienza, concretezza. Soprattutto per evitare che si usino due pesi e due misure. Perché se è vero che non sempre gli ultras si comportano in modo "corretto", al tempo stesso è vero che vengono processati e diffidati per molto meno di un colpo di pistola.
Ma non vogliamo assolutamente sostituirci a chi deve giudicare. In questo spazio ci limitiamo a riportare un coro unanime che continua a ricordare un dj che amava la vita e la sua passione: la Lazio. Un'onda che va da internet, sulle strade con la fiaccolata organizzata in sua memoria, nel libro '11 novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri. Una giornata buia della Repubblica', che ha venduto più di diecimila copie nel primo mese di vendita (pubblicato a settembre). Un'onda che trascina tutti quelli che per un momento, in questo anno, si sono sentiti anche solo per un istante Gabriele Sandri e hanno avvertito l'esigenza di gridare forte e chiedere perché? Rispondendosi 'non mollare', fallo per l'onore di Gabriele.

fonte:www.gabrielesandri.it




 
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*rebelgirl*
view post Posted on 3/2/2009, 15:39




Lo Stato ha voltato le spalle alla famiglia Sandri

Il tempo è una convenzione. Un anno, dodici mesi, settimane, giorni. Uno dopo l’altro fino ad arrivare ad oggi. Questo è un giorno per non dimenticare un ragazzo che non c’è più, ucciso da un proiettile esploso da una pistola d’ordinanza. Questo è il giorno in cui il resto del mondo deve ricordare, deve pensare a quel che è successo. Perché i suoi cari lo hanno presente ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ma a chi vive altre vite resta di celebrarlo negli anniversari. E questo è il primo.
Un anno fa, Gabriele Sandri veniva assassinato da un colpo sparato da un agente di polizia , Luigi Spaccarotella. Un ragazzo, un poliziotto. Una catenina spezzata, una pistola. E non c’è posto per il termine giustizia.
Quel che resta di quelle ore, a chi le ha vissute attraverso i media, è un susseguirsi di notizie e smentite, di silenzi, di dichiarazioni arroganti. E poi la rabbia nelle strade di Roma.
Quel che è accaduto dopo è un film già visto. In questo Paese, sempre più simile ad una di quelle democrazie latinoamericane in cui il potere e la ragione stanno sulle canne delle pistole, il solo fatto di vestire una divisa rappresenta una garanzia. Sparare contro un’auto in movimento che si trova al di là della carreggiata di un’autostrada, senza essere stati bersaglio di alcun malvivente armato, senza essere nemmeno lontanamente sotto minaccia di un pericolo incombente, in un Paese normale sarebbe considerato un gesto insano. Non nel nostro. Qui è immediata la levata di scudi della politica a favore dei tutori dell’ordine e, soprattutto, scende inesorabile una fitta nebbia ad avvolgere la realtà dei fatti. Si mette in moto la macchina delle mistificazioni, si crea un muro di protezione attorno al colpevole. La casta si auto protegge tutelando ad ogni costo un suo membro.
Così tutto sembra restare immobile: la legge come il dolore.
In un anno nulla si è mosso se non l’assassino, lasciato a piede libero a continuare il suo lavoro di tutore dell’ordine, fisicamente spostato da un incarico all’altro per “motivi di sicurezza”. L’unico ad aver ricevuto dei riguardi in questa storia. L’unico ad essere protetto, tutelato, aiutato dalle istituzioni.
Dall’altra parte una famiglia la cui compostezza toglie il fiato. Con una voglia di verità forte, determinata, mai polemica o violenta, nemmeno verbalmente.
Ma anche la famiglia Sandri è protetta, non certo dallo Stato – che le ha voltato le spalle nel modo peggiore, portandole via una parte di sé.
A difenderla sono tutti coloro che le sono vicini, che non hanno dimenticato, che vogliono giustizia per Gabriele.

fonte:www.gabrielesandri.it
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 3/2/2009, 20:05




L'agente mirò per 10 secondi!

Sandri, la superteste giapponese: il racconto della testimone dell'omicidio del tifoso laziale, ucciso sulla A1
"Puntò la pistola verso quell'auto. La teneva con entrambe le mani. Poi sparò"
L'agente mirò per 10 secondi"

Edited by *rebelgirl* - 4/2/2009, 15:42
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 3/2/2009, 20:22




Tribunale in stato di assedio "La Nazione"

Sandri, tribunale in stato di assedio
Udienza Spaccarotella alla 'Vela'.
E' passato quasi un anno dalla domenica nera dell'11 novembre in cui un poliziotto sparò colpendo il giovane tifoso del Lazio. Giovedì 25 settembre dal gip Simone Salcerini si terrà la fase preliminare che potrebbe diventare quella della sentenza. Previste misure straordinarie per evitare il pericolo degli ultras e per reggere l'assedio mediatico che potrebbe riguardare ancora la storia. clima sarà quello delle giornate più tese che il palazzo di giustizia del 'Garbasso' abbia vissuto nell’anno e mezzo trascorso da quando è stato inaugurato.

Come per Variantopoli, come per il processo in cui il clan Iaiunese è accusato di associazione camorrista. L’aula, infatti, sarà proprio quella dei due grandi casi degli ultimi dodici mesi, la corte d’assise nell’edificio della 'Vela', l’unico costruito ex novo su progetto dell’architetto Manfredi Nicoletti, l’atmosfera da stato d’assedio, come è inevitabile che sia per una storia che ha scosso l’Italia, l’uccisione del giovane tifoso laziale Gabriele Sandri per il quale giovedì si presenta dinanzi al Gip l’ex poliziotto della Stradale (ora è alla Polfer di Firenze) Luigi Spaccarotella. Con un’accusa di quelle che fanno tremare le vene e i polsi, omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale. Come a dire che l’agente, protagonista del giallo dipanatosi la mattina di domenica 11 novembre 2007 fra le aree di servizio di Badia al Pino est e ovest, rischia davvero grosso, da 9 a 21 anni di carcere in caso di condanna. Ma questo è ancora il futuribile, visto che di sicuro giovedì non si arriverà a sentenza.

 
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*rebelgirl*
view post Posted on 4/2/2009, 15:53




Via le sciarpe, l'ultima ingiustizia a Gabbo

Hanno tolto tutte le sciarpe all'autogrill maledetto di Badia al Pino; hanno riverniciato il cordolo per cancellare le scritte; hanno coperto di vernice gli adesivi delle tifoserie. E' l'ultima ingiustizia perpetrata nei confronti del tifoso laziale, tragicamente scomparso la mattina dell'11 novembre. Quel tempio profano adesso non esiste più.

COME ERA...

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COME E'

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*rebelgirl*
view post Posted on 5/2/2009, 22:47




Tifoso ucciso, il fratello di Sandri:
«Una giapponese vide poliziotto mirare»


«Una guida turistica giapponese è la testimone che ha messo a verbale che l'agente Spaccarotella prima di sparare ha mirato per circa 10 secondi. Lei usciva dall'autogrill e lo ha visto bene». Lo ha detto Cristiano Sandri, fratello di Gabriele il giovane tifoso laziale ucciso da un poliziotto in un'area di sosta dell'A1 vicino a Arezzo, intervenendo stasera ad Anzio alla presentazione del libro di Maurizio Martucci "11 Novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri. Una giornata buia per la Repubblica".
«Non è detto che tutti coloro che lavorano nelle forze dell'ordine siano in grado di difendere i cittadini - ha aggiunto il fratello di Sandri -. Chi valuta preparazione e stato psico-attitudinale ad usare un'arma? Non abbiamo mai avuto scuse da chi si è macchiato del delitto di mio fratello. Dopo l'annullamento della prima udienza preliminare abbiamo solo sentito un'intervista telefonica in cui Spaccarotella ci chiedeva scusa, solo con l'evidente intento di accattivarsi l'opinione pubblica».
Cristiano racconta che «invece il capo della polizia Manganelli ha fatto un'assunzione di responsabilità senza se e senza ma. Ora Spaccarotella è stato sospeso dal servizio, ma quello era un atto dovuto dato che è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario. Non ci hanno fatto un favore». Presenti molti giovani dell'Associazione Culturale Libertà e Azione, che ha organizzato l'incontro, e tifosi di Lazio, Anziolavinio e Latina. «Voi - ha concluso Cristiano Sandri - dovete essere i guardiani di questa sentenza».



Sospeso l'agente Luigi Spaccarotella

Quattordici mesi dopo l'omicidio di Gabriele Sandri, il ministero dell'Interno ha disposto la sospensione di Luigi Spaccarotella, l'agente di polizia rinviato a giudizio per l'omicidio del tifoso laziale ucciso da un colpo di pistola l'11 novembre 2007 all'Autogrill di Badia al Pino. Lo ha reso noto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano: «Non è stato possibile tecnicamente farlo prima – ha spiegato Mantovano - in quanto, sulla base di una consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato, basta che sia iniziato un procedimento giudiziario perché non sia possibile intervenire con un provvedimento disciplinare. Ora - ha aggiunto - le indagini sono chiuse, è stato disposto il rinvio a giudizio dell'agente per un reato grave e ciò ha permesso al dipartimento di pubblica sicurezza di disporre la sospensione dal servizio dell'agente».
Spaccarotella, che il 16 gennaio scorso è stato rinviato a giudizio dal gup di Arezzo con l'accusa di omicidio volontario, subito dopo l'omicidio di Gabriele Sandri era stato trasferito dalla Stradale alla Polfer di Santa Maria Novella per poi essere destinato all'ufficio interprovinciale tecnico logistico di Poggio Imperiale a Firenze. Ma in questi quattordici la famiglia di Gabbo non aveva mai smesso di chiedere al ministero la sospensione di Spaccarotella. «E' un atto dovuto – spiegava ieri Michele Monaco, uno dei legali della famiglia Sandri - La norma è questa: dopo il rinvio a giudizio non poteva che esserci la sospensione». Un atto che invece il Viminale, fra le polemiche, non aveva ritenuto necessario all'indomani dell'omicidio. «In quei momenti - ha spiegato Monaco - c'era una discrezionalità da parte dei vertici della polizia. Adesso non è più così, la norma è questa».
Eppure la decisione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza non è stata affatto gradita dai legali dell'agente trentaduenne. «È molto grave che una notizia di questa importanza venga appresa dall'interessato attraverso i media – hanno commentato Federico Bagattini e Francesco Molino - Se la circostanza corrisponde al vero, senz'altro il provvedimento, che si considera ingiusto, verrà impugnato nelle sedi opportune».


Via al processo per Omicidio Volontario

L'agente di polizia Luigi Spaccarotella è stato rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio volontario per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. Il poliziotto rischia ora fino a 24 anni di carcere. Lo ha deciso il giudice dell'udienza preliminare di Arezzo. La prima udienza del processo ci sarà il 20 marzo.
L'omicidio avvenne l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio Badia Al Pino sull'autostrada A/1 ad Arezzo. Sandri venne ucciso da un colpo di pistola sparato dalla carreggiata opposta dall'agente di polizia. L'agente sparò dal lato opposto dell'autostrada, dopo che i tifosi laziali avevano avuto uno scontro con un gruppo di juventini. Per alcuni testimoni, l'agente mirò a braccia tese, impugnando la pistola con due mani; Spaccarotella sostiene che il colpo sia sfuggito, mentre correva.
Il gup di Arezzo aveva in precedenza respinto la richiesta di rito abbreviato formulata dagli avvocati difensori dell'agente. I difensori del poliziotto avevano chiesto al giudice il rito abbreviato condizionato all'audizione di alcuni periti e a un sopralluogo nell'area di servizio Badia Alpino dove avvenne l'omicidio.
L'agente non si è presentato in aula. «Spaccarotella - ha spiegato l'avvocato Federico Bagattini - non è un fantasma ma una persona che sta soffrendo. Sa perfettamente che ha causato la morte di un giovane e questo gli procura un'enorme sofferenza. E poi ci sono anche problemi di carattere familiare. Se non è venuto non è per nascondersi. Al processo verrà». L'avvocato Molino ha poi aggiunto che non è presente anche per evitare l'assalto mediatico.
«Perché ha fatto questo?» Sarà quindi una corte d'assise a giudicare Spaccarotella. E questo è un conforto per Daiela, la madre di Gabriele. Però, dice, «da sola, sul computer, stanotte ho scritto: Perché ha fatto questo? Non lo saprò mai, ma Gabriele non c'è più e Spaccarotella non lo perdono».
Il padre di Gabriele, Giorgio, invece chiede una «pena esemplare» perché «è stato un assassinio in piena regola». E spera che «quanto meno venga preso un provvedimento disciplinare e venga allontanato dalla polizia».
«Non ha il coraggio di guardarci negli occhi», aggiunge il padre di Sandri riferendosi all'assenza dell'agente in aula. «Io è un anno che sono sotto i riflettori e non ho nulla da temere. «La volta precedente - ha aggiunto Giorgio - non si è presentato perché diceva di avere ricevuto minacce da Roma. Oggi perché si sente assalito dai media». E ha aggiunto: «Sa bene che quello che ha fatto lo ha fatto non perché è inciampato. In noi l'emozione è forte e la rabbia ancora di più».
«Voglio vedere il faccia l'assassino di mio figlio - si è sfogato poi Giorgio Sandri -. Spero soltanto che la prossima volta lo vedrò, a meno che non abbia paura degli Ufo». Stessa reazione dal fratello di Gabriele, Cristiano: «Spero che si presenti, per vedere se riesce a sostenere il nostro sguardo, perché per me lui non è venuto per questo», e la speranza è di «vederci in giudizio».
Poi, parlando dell'inchiesta, Giorgio Sandri ha spiegato che «il lavoro fatto dalla procura è quello che rispecchia la realtà dei fatti, al di là della deviazione fantomatica. Sul proiettile non c'è traccia della rete. Spaccarotella ha sparato in direzione della macchina, eventuali deviazioni significherebbero che anzichè prendere Gabriele poteva anche prendere quello che guidava e ammazzarne 5 invece che uno».
Fuori dal tribunale, un gruppo di tifosi laziali e amici dei Sandri ha atteso in maniera composta, stendendo a terra una gigantografia di Gabriele e uno striscione: «Giustizia». Qualche adesivo offensivo verso l'agente è apparso su una transenna. Fra i tifosi, anche qualcuno di quelli che erano in auto con Gabriele.
Prima di arrivare in tribunale, Giorgio, Cristiano e Daniela si sono fermati nell'area di servizio dove venne ucciso Gabriele, per deporre una mazzo di rose. «Abbiamo scoperto - racconta Giorgio - che hanno tolto anche il palo segnaletico sul quale venivano appoggiate le sciarpe e i biglietti in memoria di mio figlio. Sembra che si cerchi di far dimenticare tutto».

Ricostruzione digitale di quel Maledetto 11 Novembre!

"Così il poliziotto ha mirato e ucciso Gabbo"

AREZZO - L´omicidio del tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, "Gabbo", in un filmato della Procura. In un video, i consulenti dei pm aretini hanno riprodotto al computer quanto accadde l´11 novembre del 2007 nell´area di servizio di Badia del Pino quando l´agente della stradale Luigi Spaccarotella sparò e uccise il giovane. Nella ricostruzione, il poliziotto, tenendo con due mani la pistola d´ordinanza, mira e spara contro l´auto degli ultrà biancocelesti. Il proiettile dopo aver urtato contro una rete metallica colpì, prima, il finestrino anteriore della Scenic e, poi, mortalmente, il ventottenne romano.
La simulazione, elaborata dai professor Domenico Compagnini e Paolo Russo, è alla base dell´imputazione di omicidio volontario contestata dal pm Giuseppe Ledda all´agente che, venerdì, comparirà davanti al gup di Arezzo. Il giudice dovrà decidere se confermare l´accusa nei suoi confronti. Il filmato, della durata di 1 minuto e 37 secondi, è stato realizzato in base alle dichiarazioni di quattro testimoni.
La ricostruzione mostra le varie fasi dell´omicidio: la sirena della pattuglia della stradale viene azionata mentre gli otto tifosi (cinque della Lazio e tre della Juventus) urlano e si azzuffano vicino a un´auto ferma davanti all´autogrill. Poi, scappano. Dalla carreggiata opposta Spaccarotella in divisa, con la pistola in mano, intima: «Fermi. Che fate...», poi spara in aria.
Dopo il colpo, i giovani scappano verso la loro auto, l´agente corre anche lui, li insegue dall´altra parte della carreggiata per quasi un minuto, non può attraversare le quattro corsie dell´autostrada delimitata da una griglia metallica. Poi, il secondo avvertimento: «Fermi... Dove andate...».
Il poliziotto impugnando la calibro 9 corre ancora 30 secondi, intanto i cinque giovani salgono a bordo della Scenic e mettono in moto. L´auto imbocca l´uscita dall´area di servizio, l´agente impugna la pistola, questa volta con due mani, prende la mira e preme il grilletto. Il proiettile oltrepassa la prima rete metallica e le due corsie dell´autostrada poi colpisce la griglia che divide le due carreggiate, il proiettile viene deviato a sinistra e centra il lunotto laterale posteriore della Scenic con a bordo i tifosi. Sandri è seduto al centro, tra i due passeggeri. Il proiettile lo colpisce mortalmente alla base del collo.
Un secondo video della procura è costruito, invece, in base alla versione di Spaccarotella che ha sempre affermato di non aver mirato all´auto dei tifosi ma di aver sparato accidentalmente impugnando la pistola con una sola mano. Una spiegazione alla quale il pm non ha creduto. I legali dell´agente, Francesco Molino e Giampiero Renzo, hanno intenzione di chiedere un nuovo sopralluogo nell´area di servizio e nuove perizie, convinti di poter demolire l´accusa di omicidio volontario: «Spaccarotella ha sparato in aria mentre un gruppo di incappucciati aggrediva uno juventino - hanno ribadito i difensori - poi nella corsa è partito un colpo accidentale, che oltretutto ha subito una deviazione decisiva».
«Quattro testimoni affermano il contrario - incalza l´avvocato della famiglia Sandri, Michele Monaco - La verità è che Spaccarotella mirò e sparò ad altezza d´uomo». Monaco contesta la ricostruzione per cui il colpo sarebbe stato deviato dalla rete, come sostengono i consulenti del pm. «Il proiettile semmai ha deviato per l´impatto con il vetro dell´auto. Se avesse colpito la rete sarebbero state trovate tracce di zinco lasciate dal rivestimento del proiettile. Ma non è avvenuto».

Ricostruzione digitale omicidio Sandri.

 
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19francesco83
view post Posted on 15/7/2009, 02:03




Sandri, sei anni a Spaccarotella

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Arezzo, pm aveva chiesto 14 anni

La corte d'Assise di Arezzo ha condannato a sei anni di reclusione Luigi Spaccarotella, l'agente della Polstrada che l'11 novembre del 2007 sparò il colpo che uccise il tifoso laziale Gabriele Sandri. Il pm aveva chiesto 14 anni per omicidio volontario. Il reato è stato derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo. Violente proteste in aula dopo il verdetto.


Il padre del tifoso: "Mi vergogno di essere italiano"
"Sono indignato per questa sentenza. Mi vergogno di essere italiano. Se la giustizia è questa forse è meglio che gli italiani la smettano di pagare per farla funzionare". Queste le parole, dure, di Giorgio Sandri, padre di Gabriele, appena dopo la lettura della sentenza da parte della giuria del Tribunale di Arezzo.



La madre del tifoso: "Con quale coscienza"
"Con quale coscienza i giudici hanno fatto una cosa del genere?" si chiede, davanti al palazzo di giustizia di Arezzo, Daniela Sandri, madre di Gabriele, commentando la sentenza del processo per la morte del figlio. "Stasera - dice - quando i giudici andranno a casa, come faranno a guardare i loro figli?". "Non credo più nella giustizia, mi viene voglia di andare via dall'Italia", ha poi aggiunto la donna. "Non hanno creduto a tanti testimoni, è incredibile", ha detto, in lacrime, Daniela Sandri. "Lo hanno ucciso una seconda volta" ha concluso la donna.

Spaccarotella: "Piango di gioia"
Dopo aver appreso di essere stato condannato a sei anni di carcere per omicidio colposo per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, interviene l'agente Luigi Spaccarotella. "Piango di gioia. Ho fatto bene a credere nella giustizia", ha detto il poliziotto al telefono parlando con il proprio avvocato Federico Bagattini.


Intanto grida e offese come "maiale", "bastardi" sono state lanciate da parte del pubblico presente alla lettura della sentenza del processo. Dopo la lettura il pubblico ha dato in escandescenza prima in aula, poi ha continuato fuori dal tribunale, vigilato dalle forze dell'ordine. Alcuni giovani sono in lacrime.

Gabriele Sandri perse la vita l'11 novembre del 2007. Erano appena passate da poco le 9 di domenica mattina: per sedare un accenno di rissa tra sostenitori juventini e laziali nell'area di servizio dell'A1 di Badia al Pino (Arezzo), la polizia stradale intervenne, un agente sparò dall'altro lato della carreggiata. Un colpo di pistola raggiunse al collo il 26enne supporter biancoazzurro Gabriele Sandri, Gabbo per gli amici, che si trovava in una Renault Megane. Da quel giorno è passato poco più di un anno e mezzo. E oggi l'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella e' stato condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo con l'aggravante della previsione del fatto.
 
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enzo7169
view post Posted on 15/7/2009, 19:08




ragazzi se questa è giustizia.........siamo propio messi bene
 
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19francesco83
view post Posted on 15/7/2009, 19:54




E' vergognoso.......a livello di giustizia siamo propio da 3 mondo ...
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 19/11/2009, 01:01




E INTANTO GLI ANNI PASSANO...E GABBO NON HA AVUTO ANCORA GIUSTIZIA...

UN RAGAZZO NORMALE, UN RAGAZZO COME TANTI...UN RAGAZZO KE QUEL GIORNO SEGUIVA UNA SUA PASSIONE COME FACCIO IO, COME FANNO TANTISSIME ALTRE PERSONE OGNI DOMENICA...NON è AMMISSIBILE CHE CHI DICE DI PROTEGGERCI POI CI SPARI...POTREBBE CAPITARE ANCORA E QUESTA COSA NON MI VA PER NIENTE BENE...NON POSSO...MA SOPRATTUTTO NON VOGLIO ACCETTARE L'IDEA DI UN RAGAZZO KE ESCE DI CASA X ANDARE ALLO STADIO E POI ESSERE AMMAZZATO IN MEZZO AD UNA STRADA...

CARO SPACCAROTELLA SPERO KE TI RICORDERAI PER SEMPRE DI ESSERE UN VIGLIACCO ASSASSINO...!
 
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*rebelgirl*
view post Posted on 6/11/2010, 01:56




Celebrazioni indette nel nome di Gabriele Sandri:

-MERCOLEDì: UNA CANDELA ALLA BOCCA DELLA VERITA', ROMA

Mercoledì 10 Novembre si chiude la campagna nazionale di raccolta firme promossa dal Comitato Mai Più 11 Novembre. Dalle ore 18.00 sino alle 20:00, staffetta silenziosa con fiaccole e candele davanti la Bocca della Verità a Roma per chiedere VERITA’ E GIUSTZIA
PER GABRIELE, in attesa del processo d’appello, fissato il 1° Dicembre a Firenze. Chiunque può autonomamente portare una candela ed accenderla in nome di Gabbo!

-GIOVEDì: TUTTI A BADIA AL PINO (AREZZO)

Giovedì 11 Novembre alle ore 9.18 posa della targa nella stazione autostradale di Badia Al Pino Est (Arezzo), sull'Autostrada del Sole. Sarà presente la famiglia Sandri. Il giorno e l'orario scelto per la posa della targa è lo stesso in cui 3 anni fa venne delittuosamente ucciso Gabbo. Da Roma si sta organizzando un pullman che partirà la mattina dell'11 Novembre alle ore 06:30 davanti alla sede del Comitato Mai Più 11 Novembre (via Poggio Mirteto 21, zona Vescovio-Somalia, info www.sodalizio.com). Bisogna essere presenti in occasione di questo storico evento per cui tanti cittadini e tifosi di moltissime squadre di calcio hanno posto la
propria firma e dato il loro sostegno. Oltre 20.000 firme raccolte: grazie a tutti! Chiunque può autonomamente raggiungere Badia Al Pino Est anche con auto private.

Quella targa è la vittoria di tutti!

CHI DIMENTICA E' COMPLICE: GABRIELE VIVE, GIUSTZIA PER GABRIELE!

Mai Più 11 Novembre
 
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14 replies since 20/9/2008, 15:26   700 views
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