| Lippi: «Che bel Napoli!» E su Donadoni: calma, dategli tempo NAPOLI (10 agosto) - L'ultima volta è stato a Napoli due settimane fa. «Sono venuto per il matrimonio del figlio di un caro amico, Sergio Russo, conosciuto quando ero l'allenatore del Napoli. C'è stato fin dal primo giorno un feeling naturale tra me e questa città. E resiste, anche se la squadra l'ho guidata soltanto per una stagione sedici anni fa.
È un affetto reciproco, difficile da spiegare e bellissimo». Marcello Lippi riapre la stagione oggi a Coverciano: mercoledì a Ginevra l'amichevole con la Svizzera, test d'inizio agosto, l'ultimo prima della due partite con Georgia e Bulgaria per le qualificazioni ai Mondiali in Sudafrica.
In questa intervista l'allenatore campione del mondo parla di tutto: dalla voglia di alzare nuovamente al cielo la Coppa, quattro anni dopo Berlino, ai grandi progetti del Napoli, la squadra rimasta nel suo cuore. Dalla Confederations all'amichevole con la Svizzera: pochi cambiamenti e tante riflessioni.
«La riflessione è stata soltanto una, almeno da parte mia. Ho detto che, se c'è una chance su un miliardo di vincere i Mondiali, è possibile soltanto seguendo il filone della continuità. Non ho detto che abbiamo una chance su un miliardo, che è una cosa ben diversa. Sia chiaro: io sono molto ottimista sul futuro della Nazionale».
La Confederations, però, ha evidenziato la stanchezza di alcuni azzurri: i più anziani, quelli che sono stati i pilastri in Germania quattro anni fa. «La continuità è rappresentata da giocatori che hanno esperienza, carisma e forza psicologica. Io seguo il principio della coerenza e so che i problemi, ammesso che ve ne siano, non si risolvono rinnovando con i giovani».
Della Nazionale fanno parte due giocatori appena arrivati a Napoli: Quagliarella, convocato per l'amichevole di Ginevra, e De Sanctis. «Quagliarella è stato il colpo più eclatante del mercato del Napoli: è un attaccante che ha fatto ottime cose in queste stagioni e infatti fa parte del gruppo.
De Sanctis è un portiere di esperienza e dà sicurezza. Ma non sono state soltanto queste le buone operazioni del club». C'è anche Cigarini, regista dell'ultima Under 21: è un possibile uomo nuovo dell'Italia? «Io seguo tutti i giocatori dai 18 ai 40 anni. È un principio enunciato più volte e ovviamente vale anche per coloro che hanno fatto parte dell'ultima Under.
Mi piacciono altri due giocatori acquistati dal Napoli: Campagnaro, difensore molto bravo, e Zuniga, giovane e interessante esterno. Hoffer, l'attaccante austriaco, non lo conosco bene». De Laurentiis ha investito tanto, quasi 50 milioni, per arrivare in Europa. Il campionato potrebbe presentare nuovi scenari, dopo le partenze di alcuni fuoriclasse, e consentire al Napoli di riportarsi ai vertici.
«Il prossimo campionato si presenta difficile, con le abituali squadre che partono con i favori del pronostico. Ad esempio, non capisco l'amarezza dei tifosi del Milan: cominciare senza tanto clamore intorno potrebbe invece aiutare i rossoneri a disputare una buona stagione. Nel caso del Napoli, dopo tanti importanti acquisti, occorre dare a Donadoni il tempo di amalgamarli e farli diventare una squadra.
Questo discorso vale anche per un club come il Real Madrid: ha preso i più bravi, i fenomeni, ma non è così scontato e naturale che vinca». Nel Napoli cinque dei sei nuovi saranno titolari. «Donadoni sarà d'accordo con me su questo punto: alla vigilia del campionato il solo, importante, obiettivo che il Napoli deve fissare è diventare una squadra.
I giocatori bravi sono utili se inseriti bene nel contesto». Napoli non è piazza facile. Sedici anni fa Lippi riuscì a portare la squadra in Europa nonostante una pesante crisi societaria. Oggi, a dispetto di investimenti milionari e importanti prospettive, De Laurentiis è critico con il dg Marino e Donadoni.
«L'esuberanza di De Laurentiis può avere aspetti positivi. Io ho ammirato la crescita del Napoli in questi anni: la società ha compiuto passi da gigante, raggiungendo nuovamente una dimensione di prestigio, come la piazza auspicava e meritava. Certo, in una città come Napoli e in una squadra come il Napoli occorre molto equilibrio: è l'elemento più importante».
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